Iniziative culturali / 14 dicembre 2024
“Paideia e Cittadinanza: Ponte tra Culture e Religioni”
Nel pomeriggio di giovedì 12 dicembre ha avuto inizio il 1° Simposio Internazionale promosso dalla Fondazione Accademia, in collaborazione con l´Institut Catholique de la Méditerranée di Marsiglia. La prima sessione, dedicata al tema “Paideia e Cittadinanza: Ponte tra Culture e Religioni”, si è svolta presso l´aula Segni del Dipartimento di Giurisprudenza dell´Università degli Studi di Sassari.
A presiedere i lavori è stato don Salvatore Bulla, dottore di ricerca in Critica Letteraria presso l´Università di Sassari.
Dopo i saluti istituzionali del dott. Antonello Spanu, direttore generale della Fondazione Accademia, di don Giovanni Tanca, dottorando in Teologia e Scienze Patristiche, di Abdellaoui Salaheddine, Imam della Città di Sassari, e del prof. Pier Andrea Serra, prorettore alla Terza Missione dell´Università degli Studi di Sassari, hanno preso la parola i relatori: don Patrice Chocholski, direttore dell´Institut Catholique de la Méditerranée di Marsiglia, don Giuliano Savina, direttore dell´Ufficio Nazionale per l´Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso (UNEDI) della CEI, e il nostro arcivescovo mons. Gian Franco Saba.
Intervento di Don Patrice Chocholski
Don Chocholski ha approfondito il tema della pluralità religiosa come frutto di una saggia volontà divina, richiamandosi alla Dichiarazione di Abu Dhabi, che sottolinea il rispetto dell´alterità voluta da Dio. Ha citato un passaggio della Sunna, secondo cui, se Dio avesse voluto creare un´unica comunità, lo avrebbe fatto: la differenza è dunque interpretata come una forma di misericordia divina.
Riferendosi al Concilio Vaticano II, ha evidenziato come ciò che è vero e santo nelle diverse tradizioni religiose rappresenti un´irradiazione della stessa luce divina. Ha richiamato, inoltre, il passo biblico in cui l´ospitalità di Abramo diventa simbolo del dialogo interreligioso, sottolineando che la presenza dell´altro, di un “tu”, è necessaria per consentire all´“io” di realizzarsi pienamente, secondo la filosofia dialogica di Martin Buber.
Il progresso nel dialogo interreligioso è stato indicato come una sfida per moltiplicare le “fontane di misericordia”, fondate sulla coesistenza e non sul relativismo. Don Chocholski ha poi esortato a costruire relazioni che favoriscano l´accoglienza reciproca e l´integrazione delle diversità.
Intervento di Don Giuliano Savina
Don Giuliano Savina ha posto l´attenzione sulla necessità di una conoscenza reciproca per aprirsi a una visione più ampia della realtà, evidenziando l´importanza di riconoscere l´Italia come un Paese pluriconfessionale e plurireligioso. Ha sottolineato l´integrazione tra comunità religiose e territorio, ricordando che il documento di Abu Dhabi è un frutto del Concilio Vaticano II, i cui effetti richiedono ancora tempo per essere pienamente recepiti.
Ha quindi evidenziato il passaggio da un invito all´accoglienza – espresso da Giovanni Paolo II con il celebre invito: “Aprite le porte a Cristo” – a un´azione di uscita e incontro – come indicato da Papa Francesco: “Esci” – introducendo il concetto di dimensione “diastolica”: aprirsi all´altro per comprendere meglio sé stessi.
Le chiavi ermeneutiche del dialogo interreligioso sono state individuate nel passaggio da un dialogo dialettico a uno dialogico e nell´assunzione della dimensione cosmoteandrica, che tiene unito Dio, l´uomo e il mondo. Don Savina, citando Papa Francesco, ha ribadito che l´uomo è non solo la via della Chiesa, ma anche il punto di convergenza di tutte le religioni.
Messaggio di Mons. Gian Franco Saba
L´arcivescovo Gian Franco ha messo in evidenza i punti del suo messaggio alla città e al territorio, incentrato sulla speranza come forza motrice del dinamismo umano. Richiamandosi all´immagine della spes, ha sottolineato l´importanza del dialogo tra fedi e filosofie per contrastare la tentazione di cedere alla rassegnazione. Ha citato Henri de Lubac, richiamando una “mistica dell´uomo nuovo”, e il Concilio Vaticano II, che ha dedicato particolare attenzione al tema della speranza, intesa come un dialogo tra le due dimensioni complementari: laica e religiosa.
Mons. Saba ha evidenziato come la riscoperta del limite e della persona siano cruciali per affrontare la crisi della trasmissione dei valori e generare una speranza capace di edificare una nuova città. Ha invitato, inoltre, alla responsabilità collettiva verso il futuro, fondato su un dialogo multipolare e multiculturale.
Conclusione della sessione
La prima sessione si è conclusa presso la cappella della Fondazione Figlie di Maria con un concerto del Coro di Nulvi, diretto dal maestro Fabrizio Mangatia, e un momento di preghiera interreligiosa per la pace, presieduto da don Giuliano Savina e coordinato da don Pietro Ventura.
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